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11 +1 Regole per non cadere nell’inganno alimentare

Ci sono mille pericoli nascosti tra gli scaffali del supermercato.

Oggi, nell’era della “rieducazione alimentare”, siamo ancor più bombardati dai media con pubblicità ingannevoli e fuorvianti. 

Le industrie alimentari giocano molto sulla psicologia delle persone e, con grafiche allettanti e scritte ambigue, attraggono i consumatori ad acquistare i loro prodotti.

Come fare allora per difenderci e diventare più abili nella scelta degli alimenti?

L’unica via percorribile è quella di imparare a leggere le etichette che, per legge, non possono essere fasulle!

Ho raccolto per te 11 Cose che devi assolutamente sulle etichette degli alimenti.

1 – L’ordine di comparizione degli alimenti

Rappresenta l’elenco di tutte le sostanze impiegate nella produzione.

L’ordine con cui appaiono gli ingredienti nell’etichetta non è casuale, ma è regolato per legge. 

Gli ingredienti devono comparire in ordine decrescente di quantità. Quindi, per esempio, se acquisti un prodotto dove ai primi posti trovi come ingrediente lo zucchero, oli vegetali, grassi idrogenati, generalmente si tratta di un prodotto molto raffinato da evitare come la peste! 

2 – Lo Stato Fisico

Dal 2011 è stato introdotto l’obbligo di indicare in etichetta se un alimento è stato congelato, affumicato, o se invece è in polvere, disidratato o sottoposto ad altre alterazioni dello stato fisico rispetto alla formulazione originale.

In questo modo diventa difficile per le aziende produttrici “celarsi” dietro termini come “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

Il sito del Ministero della Salute dice che:


Accanto alla denominazione deve essere indicato lo stato fisico nel quale si trova il prodotto o lo specifico trattamento che ha subito, ad esempio “in polvere”, “ricongelato”, “liofilizzato”, “surgelato”, “concentrato”, “affumicato”. Per i prodotti congelati prima della vendita e che sono venduti decongelati sarà obbligatorio riportare, accanto alla denominazione del prodotto, l’indicazione “decongelato”.

3 – Dichiarazione Nutrizionali

Sono obbligatorie indicazioni sul valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale.

Il valore energetico sulle etichette alimentari è espresso come percentuale in base alle assunzioni di riferimento riferite ad un adulto medio. Con adulto medio si intende un individuo di 70 Kg, sano che non pratica attività fisica, il cui fabbisogno energetico si attesta intorno alle 1800/2000 Kcal al giorno.

Attenzione a non attenersi troppo a questo dato: se sei uno sportivo o fai un lavoro pesante, la dichiarazione nutrizionale non corrisponde al tuo reale fabbisogno giornaliero.

4 – Gli addittivi

Qui l’industria alimentare si scatena. 

Di solito compaiono alla fine dell’elenco e sono presenti nella maggior parte degli alimenti confezionati che si acquistano al supermercato e sono utilizzati sia per conservare i prodotti sia per renderli più invitanti al gusto. Una delle novità più importanti delle etichette, riguarda l’indicazione degli allergeni. Questi devono essere evidenziati con carattere diverso rispetto agli altri ingredienti.

I più comuni sono: conservanti, coloranti, emulsionanti, esaltatori di sapidità, correttori di acidità, antiossidanti, etc

Più sono presenti e più quel determinato prodotto sarà di scarsa qualità. Si utilizzano per mascherare l’assenza di alcuni ingredienti troppo costosi o compensano la scarsa qualità delle materie prime. 

Quelli che devi conoscere e di conseguenza evitare, sono generalmente indicati da un numero preceduto dalla lettera “E”:

NITRATI (E249, E250) e NITRITI (E251, E252)

Sono conservanti utilizzati nei salumi, insaccati e carni lavorate. 

I NITRATI in piccole dosi non sono pericolosi.

I NITRITI legandosi alle ammine presenti in altri cibi formano le nitrosammine, considerate potenzialmente cancerogene.

POLIFOSFATI (E450)

Si trovano principalmente negli insaccati cotti, il prosciutto cotto, la spalla cotta e nei formaggi fusi, per renderli più morbidi e succosi. 

Possono dare problemi digestivi e poiché forniscono all’organismo dosi massicce di fosforo, il rischio è quello di incorrere in una perdita di calcio (con il quale viene metabolizzato) a danno di ossa e denti. 

Sarebbe bene che tutti li evitino, soprattutto i bambini. Proprio per questi aspetti, le nuove norme sul prosciutto cotto, vietano l’uso di questi additivi nei prosciutti di alta qualità.

SOLFITI (da E220 ad E227)

Sono irritanti per il tubo digerente e distruggono la vitamina B1, fondamentale per il sistema nervoso. 

Inoltre, possono dare reazioni allergiche e sono sospettati di essere legati all’iperattivismo infantile. 

Sono presenti in tantissimi alimenti confezionati, per esempio nelle marmellate, nella frutta secca, nei succhi di frutta, nei salumi, nei prodotti sott’olio, nelle patate disidratate e anche nel vino e nella birra.

ACIDO ALGINICO, ALGINATI (da E400 ad E405) e le CARRAGENINE (E406, E407)

Possono provocare reazioni allergiche, infiammazione sistemica e, se ingeriti frequentemente, alterano il metabolismo. 

Li troviamo principalmente, in notevole quantità, nei carboidrati raffinati e zuccheri, budini industriali, gelati confezionati, verdure in scatola, pesce in scatola, alcuni tipi di carne in scatola, maionese, alcuni tipi di formaggi freschi e creme di formaggio, alcuni yogurt, alcune preparazioni a base di latte, alcuni dadi da brodo.

Il Dr. Weil dice: “Consiglio di evitare il consumo regolare di cibi contenenti carragenina … consiglio da seguire soprattutto per le persone con disturbi e malattie infiammatorie intestinali.”

BUTILIDROSSIANISOLO (E320), LECITINA DI SOIA (E322), ACIDO L-ASCORBICO (E300-E304)

Secondo alcuni studi fatti, potrebbero distruggere la vitamina D, aumentare i livelli di colesterolo e causare forme allergiche; riducono inoltre l’assorbimento intestinale. 

Li ritroviamo nei prodotti da forno, cereali, biscotti e merendine. 

Sono antiossidanti chimici, impediscono che i grassi si ossidino, irrancidendosi.

SORBITOLO (E420), MANNITOLO (E421)

Sono dolcificanti che possono causare problemi allo stomaco e all’intestino, mal di testa, nausea, vomito, dolori addominali. 

Altri dolcificanti tossici sono: aspartame, acesulfame, saccarina, ciclammati, sucralosio, xilitolo (42..)

Si trovano principalmente nelle gomme da masticare, nella confetteria, nelle caramelle, nelle bibite, negli integratori idrosalini.

COLORANTI GIALLI (da E102 ad E139, da E150 a E160, da E170 a E181)

Sono controindicati per chi è allergico all’acido acetilsalicilico e per gli asmatici.

Può provocare eruzioni cutanee, iperacidità, cancro, nausea, ipertiroidismo.

Si trovano in bevande gassate, nelle caramelle alla frutta, nei budini, nelle minestre confezionate, nei gelati, nei chewing-gum, nel marzapane, nelle marmellate, nelle gelatine, nella mostarda, nello yogurt, negli involucri delle capsule dei medicinali, biscotti, frutti di mare, soia, frutta e verdura in scatola, conserve, frutta candita, biscotti.

Questi, appena elencati, sono i principali additivi che vengono usati dall’industria alimentare e che devi imparare a conoscere. 

È giusto che tu sappia che, per la legge italiana, ci sono prodotti che non possono, o meglio non dovrebbero, contenere additivi: acqua minerale, burro, caffè, latte, miele, olio di oliva,
pasta secca, té in foglie, yogurt bianco, legumi e verdura fresca.

Impara quindi a consumare i prodotti di stagione, sia freschi che surgelati, evitando i cibi precotti e confezionati nei quali l’uso di additivi è spesso causa di molte malattie.

5 – Fonti di fibre

L’indicazione che un alimento è fonte di fibre è consentita solo se il prodotto contiene almeno 3 g di fibre per 100 gr.

Se trovi questa dicitura su un pacco di biscotti, abbi l’accortezza di verificare nel dettaglio l’etichetta nutrizionale. Potresti scoprire, ad esempio, che sono pieni di zuccheri ed il quantitativo di fibra serve solo a distogliere l’attenzione da altri ingredienti.

6 – Specifiche di Oli e Grassi

Nel caso fossero presenti oli o grassi vegetali, un apposito elenco dovrà indicarne l’origine specifica. Alcuni esempi sono l’olio di palma, di cocco ed i grassi idrogenati.

7 – Quantità Reale

Molte volte appare sulla confezione il termine “peso sgocciolato”, questo indica che il prodotto è immerso in un liquido, quindi deve esserne indicata la quantità “peso sgocciolato” al netto della glassa, oltre al peso netto.

Attenzione a non farti trarre in inganno dal prezzo!

8 – Scadenza

Rispettarla rigidamente è importante soprattutto per i freschi.

I prodotti secchi, pasta, riso, etc. possono essere impiegati anche successivamente la scadenza se ben conservati. 

In realtà (ma non sempre) un periodo di conservazione minore indica un minor utilizzo di conservanti o la presenza d’ingredienti più pregiati.

9 – Azienda Produttrice

Nel settore ortofrutticolo dal 15/02/2003 è entrato in vigore un decreto legislativo (dlgs/306/02) che dispone l’applicazione di una carta di identità da applicare alla frutta, alla verdura, carne e pesce in cui sono indicati: natura del prodotto, sua origine, varietà, categoria

Purtroppo sono ancora tanti i commercianti a non applicare la legge, quindi attenzione a ciò che acquisti.

10 – Codice a Barre

Il codice a barre, composto da un insieme di righe verticali e numeri, permette di risalire alla provenienza nazionale.

Ad esempio:

 80 Italia 

30 Francia 

400 Germania 

57 Danimarca 

45/49 Giappone

E visto che le uova sono uno degli alimenti che si consumano di più, è importante riconoscere anche il codice che troviamo generalmente stampato sul guscio:


Evita sia l’allevamento in gabbia che quello a terra!

11- Materiale della confezione

Sulle confezioni troviamo infine indicazioni sul materiale utilizzato per le confezioni:

CA = cartone

AL = alluminio

PVC = polivinilcloruro

ACC = banda stagnata.

Tutte queste indicazioni sono utili per il corretto differenziamento e smaltimento dei rifiuti.

Regola Bonus: Attenta agli slogan “SENZA”

Altra trappola per farti cadere in tentazione, usata dalle industrie alimentari, è l’utilizzo degli slogan “senza…”

Senza zucchero 

Se in etichetta trovi riportate le seguenti diciture “sciroppo di glucosio”, “sciroppo di fruttosio”, “maltosio”, “amido di mais”, “sciroppo di vegetali”, vuol dire che l’alimento contiene indirettamente dello zucchero.

Queste sostanze hanno un indice glicemico simile al saccarosio. Preferire prodotti dolcificati con succo di uva, succo di mela, sciroppo d’agave, fruttosio puro.

Senza grassi

Se in etichetta trovi la dicitura:

“Mono e digliceridi degli acidi grassi” essi sono metabolizzati dall’organismo come grassi e quindi ingannevoli, perché grassi non sono. 

Preferisci gli alimenti contenenti grassi mono-poli-insaturi. 

“Grassi vegetali non idrogenati“, questa dicitura è troppo generica e spesso maschera l’uso di oli di bassa qualità ad elevato impatto ambientale (olio di palma).

Senza calorie o dietetico

Molte volte in questi prodotti troviamo come dolcificante l’aspartame. È stato scientificamente provato essere un composto potenzialmente cancerogeno.

Se ai prodotti “SENZA…” non aggiungessero additivi di un certo tipo, non se li comprerebbe nessuno! 

Quindi, le industrie alimentari, agiscono sulla tua psiche, ingannandoti, facendoti credere che quel prodotto sia “Sano”!

Fare la spesa al supermercato è tutt’altro che semplice. Imparare a leggere le etichette nutrizionali è un modo per facilitare le scelte di noi consumatori per diventare consumatori più attenti al cibo che portiamo in tavola.

In sintesi pratica, un alimento non dovrebbe contenere una lista infinita di ingredienti; se così fosse, è molto probabile che ti trovi di fronte ad un alimento lavorato e poco naturale. 

In questo caso vale la regola “less is more!”